"Nostro figlio tornava da scuola spesso con i quaderni pasticciati.
Fare i compiti per lui era un inferno dentro e fuori casa.
Urlava spesso di non essere compreso: non era mancanza di impegno o di capacità, ma gridava "io non ce la faccio! I miei compagni sono più veloci e più bravi di me!".
Studiavamo ore ed ore, era frustrante per noi e per lui, ci ostinavamo a insegnargli concetti che non riusciva ad apprendere non per mancanza di volontà ma per una oggettiva difficoltà...ma questa è stata solo la scoperta successiva ad un dubbio che pian piano si è insinuato in noi e che ci ha portato a chiedere la valutazione.
È stato diagnosticato un DSA, possiamo dire finalmente perché da quel giorno siamo riusciti ad attivare tutto ciò che era utile per nostro figlio perché potesse vivere lo studio come un momento di apprendimento funzionale alla crescita e non più come una "tortura cognitiva"".
In alcune circostanze i bisogni educativi speciali (BES) sono il frutto di una situazione di povertà educativa mista a trascuratezza e/o incuria vissuta dal minore in famiglia. Un intervento precoce ridurrebbe il rischio di sviluppare patologie che poi rientrerebbero nell’ambito socio-sanitario;
Sarà messo a disposizione di tutte le famiglie del territorio uno sportello informativo di orientamento su possibili BES e DSA e relativo all'iter procedurale per il percorso di valutazione.
Si prevede, inoltre, la possibilità di prendere in carico i bambini che ne abbiamo la necessità, al fine di potenziare le abilità emergenti e quelle residue, al netto di un intervento di invio più strutturato presso i servizi pubblici o convenzionati.
Verrà attivata una rete con le scuole di afferenza dei bambini, al fine di fornire strumenti utili a sostenerli nella didattica ed evitare vissuti di disagio psicologico.