Ogni anno nel mondo 1 milione di bambini nasce con una cardiopatia congenita, circa l’80% in un Paese povero. In mancanza di cure mediche e chirurgiche, la metà di questi bambini è destinata a non raggiungere il primo anno di vita. Gli altri vanno incontro a gravi problemi di crescita e di sviluppo a causa di deficit respiratori e/o circolatori.
Janet, Roza, Hari, sono solo alcuni dei nomi dei 2.553 bambini cardiopatici ai quali abbiamo salvato la vita in questi anni grazie al progetto Cuore di bimbi.
Sembra scontato, ma non lo è: nei Paesi occidentali la diagnosi arriva presto (anche in fase prenatale) e si può intervenire subito.
In molti altri Paesi i bambini con una cardiopatia congenita o acquisita molto spesso non hanno la possibilità di accedere alle cure di cui hanno bisogno, e l’unica cosa che possono fare è sperare che il loro cuoricino non si fermi all’improvviso.
Cuore di bimbi è attivo attualmente in 8 Paesi: l’Italia, dove vengono operati bambini nati in Albania, Kosovo o Zimbabwe; Uganda, Eritrea e Nepal, dove vengono realizzate missioni operatorie; Kenya, dove vengono garantite le necessarie cure farmacologiche ai bambini già operati.